CORTONA ON THE MOVE

Edizione Speciale“The COVID-19 Visual Project”

di Elisa Heusch

*Immagini a cura di Elisa Heusch

CORTONA- L’11 luglio ha inaugurato la decima edizione del festival internazionale di narrative visuali “Cortona On The Move”, al quale quest’anno è stata riservata un’edizione speciale. Io la definirei di certo un’edizione che rimarrà nella storia, cosi come appunto farà storia l’assurdo e critico periodo da noi vissuto in questi mesi.

L’argomento di quest’anno del festival è appunto la pandemia da Covid-19, con tutti i risvolti inaspettati a cui ha portato a livello mondiale, sotto diversi aspetti e in diversi ambiti delle nostre esistenze.

Come aveva sottolineato prima dell’inaugurazione il sindaco di Cortona, Luciano Meoni, la manifestazione – che sempre in questi anni ha esaltato il gusto della fotografia e del viaggio, con il coinvolgimento di artisti internazionali, rappresenta stavolta anche un segnale di ripresa dopo un periodo molto impegnativo, in cui le attività artistiche e culturali sono state interrotte a causa dell’emergenza sanitaria.

Secondo Antonio Carloni, direttore del festival, la pandemia, travolgendo le nostre vite, ha in un certo qual modo cambiato il mondo per sempre; alla luce di ciò, la decisione è stata quella di creare qualcosa di unico nel panorama internazionale e sono stati commissionati lavori inediti, con tempi molto stretti, che restituissero uno sguardo d’autore a tutto ciò che stava accadendo intorno.

Il risultato di Cortona On The Move 2020 è una selezione di lavori commissionati in tutto il mondo, con alcuni allestimenti all’aperto (Giardini del Parterre, Via Nazionale, Piazza Signorelli e Via Roma) e con la maggior parte delle mostre esposte in sole due sedi, a differenza degli anni precedenti: Palazzo Capannelli, e la Fortezza Girifalco.

È stato il primo festival di questo genere a ripartire con coraggio, aiutando la cultura e anche la ripresa del paese.

Con lo stop forzato del lavoro e della vita sociale, dovuto al dilagare di un nemico invisibile come il Covid-19, anche il Cortona On The Move aveva dovuto, come gli altri eventi culturali, annullare i piani in corso e trovarne uno alternativo; rapidamente è stato dato vita ad uno stimolante progetto che è diventato un archivio permanente in progress sul tema della pandemia da Coronavirus: “The COVID-19 Visual Project. A time of distance”.

Arianna Rinaldo, direttore artistico del festival, per spiegare questa scelta ha parlato dell’urgenza di testimoniare eventi ed emozioni che avrebbero creato una memoria storica collettiva.

Ci si è dovuti confrontare con quello che si può definire un “Nuovo Mondo”.

Numerosi, come ogni anno, i progetti che hanno toccato profondamente le mie corde emotive, ma stavolta con una sorta di nuovo stupore.

Di certo, per iniziare a citarne alcuni nel dettaglio, rimangono impresse negli occhi e nei cuori dei visitatori le immagini realizzate da Alex Majoli [“Covid on scene”], cha ha attraversato tutta l’Italia, partendo dalla Sicilia per risalire passando da Roma, a Milano, a Bergamo, fino al confine con la Slovenia.

Ha realizzato le immagini, tutte in bianco e nero, sottraendo luce al contorno, facendolo diventare quasi buio, e mettendo invece in risalto ciò che davvero voleva fosse evidenziato nelle varie scene.

Dolore, stanchezza, stupore, paura.

Cortona OnTheMove_ Majoli

Raccontare sul campo un qualcosa che di certo verrà ricordato per sempre.

Storie in cui emergono forti, anche l’umanità e la speranza, e in cui il virus, se pur invisibile, è sempre presente e lascia attoniti.

Cortona OnTheMove_ Majoli

Sempre nella cornice della Fortezza del Girifalco, sono esposti i ritratti realizzati da Andrea Franzetta [“The life and death shift”], che si è concentrato sulla fatica, l’enorme impegno, la passione e anche i momenti di sconforto che hanno vissuto dottori, infermieri, paramedici e volontari all’interno degli ospedali del Nord Italia.

Egli ha voluto rappresentare la loro estenuante battaglia in prima linea attraverso ritratti molto realistici (con indosso il camice, sul volto ancora i segni lasciati dalle mascherine, gli sguardi pieni di dubbio e lacerazione interiore), abbinati anche a spezzoni scritti di loro testimonianze verbali.

CortonaOnTheMove Franzetta

Ne viene fuori una quotidianità intrisa di drammaticità che neppure chi l’ha vissuta in prima persona avrebbe potuto immaginare.

Nel giardino esterno della fortezza si ergono nella loro grandezza le immagini realizzate da Daniele Ratti [“Next Stop”], che catturano subito l’attenzione e creano un ulteriore senso di spiazzamento.

CortonaOnTheMove Ratti

Ratti, dovendo fare un servizio per Intesa Sanpaolo su alcuni palazzi in diverse parti d’Italia, si è ritrovato ad essere uno dei pochi che potevano circolare lungo le autostrade deserte quando è scattato il lockdown ed ha colto quest’occasione irripetibile.

Gli autogrill gli sono sembrati come cattedrali nel deserto.

CortonaOnThe Move Ratti

Strutture, spesso anche belle, che restavano lì abbandonate in silenzio, in attesa di qualcuno che non sarebbe arrivato.

Con la postproduzione ha poi tolto i neri e i contrasti, rendendo queste architetture e strutture rarefatte e con i colori attenuati, quasi come se fossero diventate il “rendering” di un architetto che li ha disegnati con quei colori tenui.

Sono diventati dei “non luoghi”, privati del loro senso.

Una mostra di grande forza e impatto a livello documentario è quella di Mattia Balsamini [“Contingency Plans”], che ha esplorato, allo scattare del lockdown di gran parte dell’apparato produttivo italiano, la realtà di quelle attività considerate non strategiche o necessarie che, con impegno e spirito solidale, si sono rese disponibili a reinventarsi sostenendo lo sforzo comune.

CortonaOnTheMove Balsamini

Numerose importanti industrie hanno visto riconvertire la propria produzione per altri scopi di grande urgenza, per esempio per la produzione in scala massiccia di mascherine, visiere protettive, bombole d’ossigeno medicale forgiate 24 ore su 24 dentro forni a mille gradi, e anche ventilatori polmonari per le terapie intensive ormai sovraccariche.

CortonaOnTheMove Balsamini

Entrando invece negli ambienti di Palazzo Capannelli, siamo accolti dalla toccante testimonianza data dal documentario “The new end of the world”, di Luajan Agusti e Nicolas Deluca, che attraverso video e fotografia esplora le tracce causate dalla pandemia a Ushuaia, la città più a sud del mondo, nella Terra del Fuoco, in Patagonia.

CortonaOnTheMove_Agusti-Deluca

Anche le terre più’ incontaminate sono state raggiunte dal virus, e gli autori attraverso la loro testimonianza vogliono farci capire che la natura ha sempre un ruolo primario nelle nostre vite e nelle sorti del mondo.

CortonaOnTheMove_Agusti-Deluca

Tutto è connesso e forzare gli equilibri di quello in realtà sarebbe il nostro rifugio si rivela molto pericolo per l’umanità intera.

CortonaOnTheMove_Agusti-Deluca

Negli spezzoni di video, come nelle foto, viene dato risalto al colore rosso, che è per l’appunto anche quello delle sirene lampeggianti delle ambulanze, colore che da fin dall’antichità nella Terra del Fuoco simboleggiava un imminente pericolo.

Da segnalare l’eccellente lavoro di Gaia Squarci, selezionata con altri 5 autori tra i giovani under 35, [“New York’s healt card diaries”], che ritrae uno spaccato di un’esperienza intensamente intima della crisi sanitaria in giro per Manhattan, nel Bronx, nel Queens e Brooklyn.

CortonaOnTheMove Squarci

Le immagini in bianco e nero, spesso drammatiche e contrastate, sono accompagnate dalla pubblicazione di pagine del suo diario, che ci catapultano ancor più dentro la scena e che ci fanno riflettere su questioni che vanno oltre l’attuale crisi sanitaria.

CortonaOnTheMove Squarci

Gaia Squarci ci presenta inoltre un’altra testimonianza [“Natalia. Quarantine with the abuser”]: la registrazione di una telefonata con Natalia, una donna dominicana residente a Washington Heights vittima di violenza domestica da parte del compagno, soprattutto a livello psicologico, che è quel tipo di violenza che spesso è più subdola e passa maggiormente inosservata rispetto alla violenza di tipo fisico.

Un file audio potente e carico di disperazione, che ci mette davanti ad una tragica realtà che purtroppo è andata aggravandosi a causa delle convivenze forzate durante il lockdown, senza possibilità per le vittime di potersi difendere cambiando domicilio.

Negli spazi dei giardini pubblici del Parterre Mattia Crocetti ci racconta, attraverso un progetto fotografico e sociale, svolto in maniera collaborativa con i soggetti ritratti, la convivenza dei cittadini italiani durante l’emergenza sanitaria.

CortonaOnTheMove Crocetti

Alcune famiglie sono riuscite a riunirsi, magari dopo molto tempo, altre invece sono state costrette a rimanere disgregate, con alcuni membri lontani dal resto degli affetti. Di certo il concetto di ‘convivenza’ si è modificato, creando nuovi rapporti di condivisione forzata e in molti casi un nuovo uso degli spazi, nuove abitudini, e anche nuove emozioni e paure da ciò derivanti.

CortonaOnTheMove Crocetti

Le nuove abitudini dell’umanità e i nuovi luoghi di incontro e socialità a distanza sono indagate anche da Luis Cobelo [“Afuera”], che dalla sua prospettiva privilegiata di una terrazza panoramica a 180 gradi sulla città, ha raccontato il lockdown di Barcellona.

Guardando fuori dal balcone, come chiunque di noi ha fatto durante quelle lunghe settimane di reclusione forzata, ha iniziato – senza essere visto – a osservare le reazioni delle persone intorno a lui, le abitudini modificate, i nuovi passatempi che sapevano inventarsi: una vita quotidiana che si era spostata per gran parte sui tetti e sui balconi con l’arrivo della stagione mite.

Per Cobelo lo smartphone è diventato come un’estensione del suo corpo, un collegamento con il mondo, che appare un mondo di isteria collettiva.

CortonaOnTheMove_Cobelo

Guardando il susseguirsi delle scene di questo montaggio video, non possiamo che sentirci in certo qual modo vicini a queste persone sconosciute, con la consapevolezza che per molti aspetti del quotidiano “tutto il mondo è paese”.

Fa riflettere senza dubbio anche il lavoro di Gideon Mendel [“2 metres: mask portraits on Ridley Road”]: una serie di ritratti fotografici realizzati al Ridley Road Food Market di Londra durante il periodo del lockdown, scattati tutti con un’inquadratura costante e in modo che siano ben visibili le linee rosse tracciate lungo tutta Ridley Road per indicare i due metri di distanza sociale consigliati per gli acquirenti del mercato.

CortonaOnTheMove Mendel

La completezza – e anche l’umanità – di questo lavoro sta nel mostrare accanto ad ogni ritratto la breve storia dei protagonisti, che si sono fidati e affidati nel farsi immortalare, raccontando come stessero vivendo gli sconvolgimenti dati dalla pandemia, con particolare riferimento all’obbligo ad usare le mascherine.

Mendel ha catturato le diverse comunità che si sovrappongono in questo spazio multi culturale, per restituire qualcosa di unico, che risulti sia locale che globale allo stesso tempo, e dal mio punto di vista ci è senza dubbio riuscito.

Gli altri, non meno meritevoli lavori presenti presso Palazzo Capannelli sono:

“No place like hope” di Michele Spatari, che ha indagato la tragedia del lockdown nelle strade e periferie di Johannesburg;

CortonaOnTheMove_Michele Spatari
CortonaOnTheMove_Michele Spatari

“Locked in beauty” di Paolo Woods e Gabriele Galimberti, che attraverso stampe giganti di grande impatto ci mostrano la bellezza dei musei deserti privi di pubblico e la ‘nuova luce’ delle opere d’arte in essi esposte;

CortonaOnTheMove_Wood-Galimberti

“Pandemic of social inequality” di Nanna Heitmann, che mostra l’aggravarsi delle già precarie condizioni dei più poveri nei distretti di Mosca;

CortonaOnTheMove Heitmann

“The indispensables” di Daniel Etter, che ha realizzato dei ritratti posati ad alcuni lavoratori ‘indispensabili’ in Germania;

“En ce moment” di Serena Vittorini, che racconta l’intensa e complessa relazione vissuta con la sua compagna nel loro appartamento di Bruxelles;

“Urtumliches bild” (Archetipi), di Silvia Biagi, che rivolge l’attenzione al mondo onirico dei sogni, creando immagini imperfette e surreali;

“I sogni di Roma” di Mo Scarpelli, una serie di cinque cortometraggi in cui i protagonisti raccontano con la propria voce registrata i sogni che hanno fatto durante il periodo di lockdown;

“Il silenzioso battito delle loro mani” di Davide Bertuccio”, che racconta la fragile vita solitaria di Claudio, prima uomo di spettacolo e poi circense.

CortonaOnTheMove Bertuccio

Segnalo inoltre, presso la Fortezza del Girifalco, “Lost Capital” di Simon Norfolk, che ci immerge negli scenari di una Londra deserta, con le architetture che sembrano risplendere di una nuova luce e gli edifici che risaltano immacolati.

CortonaOnThe Move_Norfolk

I restanti lavori visibili negli spazi esterni sono infine “Silenzio” di Edoardo Delille, che racconta una Firenze spettrale nel silenzio di una rinnovata bellezza (via Nazionale),  le immagini satellitari che mostrano le differenze in varie parti della Terra, tra il 2019 e il periodo di lockdown (Via Roma) ed immagini satellitari di nebulose e stelle lontane che dialogano con quelle dei paesaggi terrestri, come il deserto della Namibia o le fioriture di alghe nell’oceano (arcate del Teatro Signorelli).

Nutrivo inizialmente alcuni dubbi riguardo allo sviluppo del festival attraverso una sola tematica così delicata come quella della pandemia che ci ha colpiti, ma facendo il giro per tutte le mostre presenti ho avuto la piacevole conferma che visitare il Cortona On The Move è quasi un passaggio obbligato per chi desidera restare aggiornato sulla panoramica internazionale delle realtà visuali.

CortonaOnTheMove_EuropeanSpaceAgency

Il livello degli artisti selezionati è ogni anno di grande pregio, e quando riparto per tornare a casa mi sento arricchita nello sguardo e nell’animo.

Le mostre sono ancora visitabili (quelle al chiuso solo durante il weekend) fino al 27 settembre, dalle 10.00 alle 19.00. Per tutte le informazioni su costi e orari delle biglietterie potete visitare il seguente link: https://www.cortonaonthemove.com/info-tickets/

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