JEWELS di George Balanchine – Teatro alla Scala di Milano

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https://www.teatroallascala.org/it/stagione/2021-2022/balletto/jewels/index.html

di Claudia Pepe

Dall’undici al ventiquattro Marzo, al Teatro alla Scala, dopo otto anni, è tornato il capolavoro di George Balanchine. Trattasi di una lunga coreografia, priva di spunti narrativi e guidata da un solo ed unico tema: le pietre preziose.

George Balanchine, di origini georgiane, nato a San Pietroburgo nel 1904 e morto a New York nel 1983, formatosi tra la Scuola Imperiale di Balletto (dall’età di noveanni!), il Conservatorio di San Pietroburgo ed il prestigioso Teatro Mariinskij per approdare, infine, in USA con la sua compagnia nel New York City Ballet. È stato compositore, coreografo e danzatore russo, nonché uno dei fondatori della tecnica del balletto classico negli Stati Uniti. Fu coreografo, tra gli altri, per il Ballet Russe de Monte Carlo, il Teatro Colòn di Buenos Aires e l’Opéra di Paris (dove francesizzarono il suo cognome, in origine Balancivadze), tra i suoi circa quattrocento lavori troviamo l’allestimento di Don Chisciotte e Lo Schiaccianoci.
Fu in occasione dell’incontro con il gioielliere Claude Arpels che balenò l’idea di un balletto, privo di una trama, con costumi cosparsi di gioielli. L’idea divenne progetto a seguito di una visita alla gioielleria Van Cleef & Arpels di New York.
Con l’aiuto della fedele costumista Karinska vennero realizzati dei gioielli di scena, simili agli originali, da applicare sui costumi, che valorizzassero al meglio le pietre preziose protagoniste dello spettacolo.
Le donne amano i gioielli e George Balanchine rese loro omaggio con questo trittico, ciascuna parte, doveva brillare dello splendore di una gemma.
Si arrivò così al debutto, nel 1967 a New York, di Jewels, suddiviso in tre atti: Emeralds, Rubies e Diamonds. Da allora, allestito e presentato in ogni parte del mondo, lo incontriamo con la sua
originalità ed eccezionalità, per la terza volta negli ultimi undici anni al
Teatro alla Scala di Milano.

Jewels alla Scala è un trionfo di splendore, Balanchine non avrebbe potuto ideare costumi, scenografie e musiche migliori per ciascuno dei tre capitoli, volti ad esaltare una gemma in particolare ed oltre ad avvalersi del prestigioso corpo di ballo scaligero, gode dell’enorme contributo dell’orchestra in sala, rendendo così l’atmosfera ancora più incantata. Ma non solo, i tre pezzi hanno una tale sapienza compositiva coreografica da trasmettere gioia, amore, seduzione, incanto e magia, senza essere supportati da una storia. In poche parole, è un balletto per amore del balletto.

Atto uno – Emeralds nel balletto ottocentesco musicato da Gabriel Faurè

Il primo atto: Emeralds, con le musiche di Gabriel Faurè, balletto ottocentesco francese, è composto da un
delicato pas de deux con otto danzatrici su una dolce musica per archi, segue una solista su musica melodiosa e si conclude con un pas de trois con un finale che riporta in scena tutti i danzatori. Con
bellissimi e lunghi tutu verdi e gemme di scena dello stesso colore ad esaltare i protagonisti, gli smeraldi.

Nel secondo atto troviamo i Rubies, sul Capriccio di Stravinskij con un magnifico Roberto Cominati al pianoforte è l’atto dell’eros di pura avanguardia russa. Composto da una coppia principale, un solista ed un corpo di ballo femminile e maschile. I costumi trasmettono tutta l’energia sensuale e vitale nel tutù a pagliaccetto rosso. Incantevole e coinvolgente, questo balletto, quando presentato singolarmente, prende il nome di “Capriccio per piano” in onore della musica.

Atto due – Rubies sul Capriccio di Stravinskij

Il terzo e conclusivo atto, Diamonds, è accompagnato dalle incantevoli sinfonie di Petr Il’ic Cajkovskij, siamo nei saloni imperiali della tradizione russa classica ed è composto da una coppia di solisti con dodici ballerine, seguito da un pas de deux per poi concludersi con l’intero corpo di ballo, ben 34 elementi. Maria Celeste Losa e Timofej Andrijashenko è la coppia del capitolo che fa diventare la rappresentazione veramente maestosa. I costumi sono candidi e brillanti con tutu tradizionali che richiamano, anche qui, i protagonisti della scena, i diamanti.

In sole due ore, Jewels, omaggia il bello in tutte le sue forme, dalle gemme ai corpi dei ballerini, passando dalla geometria alla musica.
La cultura, in tutte le sue forme, può e deve elevare l’umanità, magari anche unirla.

Atto tre – Diamonds per le sinfonie di Petr Il’c Cajkovskij
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