Nell’epoca della mancanza degli obiettivi

di Apostolos Apostolou. Scrittore e professore della filosofia

La tragedia della vita non è nel non raggiungere il tuo obiettivo. La tragedia è nel non avere obiettivi da raggiungere. Benjamin E. Mays

Secondo il vocabolario la parola deriva infatti dal termine latino medievale obiectivu(m) “che riguarda l’oggetto”. Derivato a sua volta dalla parola obiectum composta dalla fusione dei termini “ob” e “iactum” che vogliono dire “lanciato in avanti”. Un obiettivo senza scadenza non è un obiettivo, è una chiacchiera morta. Quando definisci un obiettivo devi sempre definire entro quando lo vuoi raggiungere anche un obiettivo deve essere quasi raggiungibile.

Che cosa è obiettivo e che cosa è scopo. Obiettivo di dolito sono le azioni necessarie al raggiungimento dello scopo sono chiare o ben definibili. Lo scopo è spesso utilizzato per identificare il fine di un’azione, la meta a cui vogliamo arrivare. E’ quindi il risultato o l’oggetto desiderato e definito che sta alla base di un’azione. Cosi lo scopo ha un significato più generale e profondo rispetto all’obiettivo e non è facilmente misurabile o definibile in termini quantitativi. Mentre un obiettivo si riferisce ad azioni precise, che tendono al raggiungimento di un risultato ben definito e misurabile.

Un proverbio indiano narra che ci sono quattro stadi della vita dell’uomo che sono stadi degli obiettivi. Il primo è lo stadio in cui s’impara; il secondo è quello in cui s’insegna, o si servono gli altri; nel terzo si va nel bosco, il bosco profondo del silenzio, della riflessione, del ripensamento, ma anche aprirà (il terzo stadio) o potrà riordinare con gratitudine tutto ciò che ho ricevuto, ricordare le persone che ho incontrato, gli stimoli che mi sono stati dati e che in questi ventidue anni non sono riuscito a elaborare – nel bosco, passeggiando tra gli alberi, si rimettono in ordine le memorie. Nel quarto stadio, particolarmente significativo per la mistica e l’ascetica indù, si impara a mendicare; l’andare a mendicare è il sommo della vita ascetica. Qui possiamo ricordare che negli stadi del cammino della vita, o stadi degli obiettivi Kierkegaard distingue tre condizioni o possibilità esistenziali fondamentali, alle quali egli da il nome di “stadi”, poiché possono essere considerati come momenti successivi dello sviluppo individuale.

E la domanda: Oggi sotto questo orizzonte prevedibile ci sono obiettivi nella nostra epoca postmoderna? O tutti gli obiettivi sono sistemazioni definitivi delle faccende? Anche oggi ci sono drammatici eventi o eventi della nostra storia che hanno obiettivi controllati? Nella nostra epoca gli obiettivi hanno un’ assenza un’ impenetrabile nudità. Hanno una metafora definitiva cosi molte volte si trasformano automaticamente in requisitorie. Diciamo che ogni futuro deve contenere sempre obiettivi ma oggi il mondo e sempre alla mercé delle bugie degli obiettivi.

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