Semplicità, innocenza della gioventù da non dimenticare. Dal film Hook (1991).

@di Paolo Cavaleri

CINETICA-Infantile. Molto spesso è una caratteristica affibbiata agli irresponsabili, gli stupidi o sciocchi. Ciò può essere necessario da ricordare a chi lede le persone, si comporta in maniera leggera o sconsiderata a danno di altri. Purtroppo è diventando adulti che viene naturale, quasi obbligatorio, lasciare la leggerezza o le proprie credenze. Tuttavia, ritrattare si può sempre, ma la storia che si propone non è stupida o infantile, questa storia vuole proporre unità.
Talvolta la cosa difficile è mettere d’accordo i diversi punti di vista, per esperienza o età, ma volersi guardare anche diversi o distanti nel tempo, non significa necessariamente allontanarsi, ma poter volare insieme sopra quel che si credeva possibile e magari far tornare tutto un po’ più semplice.

Hook – Capitan Uncino” (1991).

BANGHERANG !!!


Peter Banning è un avvocato, con una moglie e due bellissimi bambini: Jack e Maggie.
Costantemente impegnato per gli affari, manca spesso a lieti eventi importanti come l’ultima partita di baseball di suo figlio. Padre e uomo d’affari si, ma nato orfano. Fu una donna, Wendy, a prendersi cura di lui e di altri fanciulli, creando anni addietro una Fondazione dedicata all’educazione e inclusione che li ha integrati come uomini nella società. Peter, adottato da una famiglia americana, in passato si era innamorato di una giovane ragazza, nipote di Wendy, la stessa che ora è sua moglie: Moira.

Dalla favola alla realtà
Così, dopo dieci anni di assenza da ‘nonna Wendy’, Peter torna con Moira per l’anniversario della realtà che lo vide bambino e la vecchia signora, che fece da mamma a tutti gli orfani, ritrova con gioia uno dei suoi ragazzi preferiti. Tutto è come rimasto fermo nel tempo, Wendy chiama ancora affettuosamente i suoi piccoli uomini, bimbi sperduti:

Non si cresce in casa mia fermatevi smettete immediatamente”.

Quella stessa sera, andando alla celebrazione, lasciano i bambini a casa che nella notte spariscono.
Al rientro, solo un messaggio di una pergamena conficcata nella porta da un pittoresco pugnale. Wendy rivela a Peter chi è veramente, e subito l’impervio uomo d’affari si troverà a non avere i piedi per terra per fluttuare nell’aria.

Spiritello protettore
Egli è Peter Pan, come nei racconti dei bambini, dove i pirati predano, le sirene salvano, gli indiani cacciano e i bimbi sperduti vivono giocando con la fantasia plasmando la realtà.
Sarà Trilli, la fata che sa invero chi è, a portarlo sull’isola che non c’è e a riprendere i suoi figli, Jack e Maggie.

Guarda Osserva Comprendi
Hook – Capitan Uncino” è una pellicola del 1991 per la regia di Steven Spielberg, e l’interpretazione di Robin Williams, Dustin Hoffman, Julia Roberts, Bob Hoskins, Maggie Smith e altri. Reinterpretando le avventure di Peter Pan, aleggia nel film un messaggio costante ma sfuggente: quello della semplicità.

È semplice il mondo dei bimbi sperduti, innocente ma infantile, giocondo ma incosciente. In contrasto con quello arguto e crudele dei pirati, a sua volta metafora degli adulti che non accettano la naturalezza degli atti semplici perché incapaci di vedere il buono degli altri, il mondo di Peter ritorna per lo stesso protagonista attraverso i suoi ricordi di fanciullo che viveva in maniera disinteressata e felice. È quando le cose si fanno più complicate, con i sentimenti o la scoperta di altri sogni che prima non c’erano che la semplicità può essere dimenticata. Come in un ciclo di vita, da bambino a adulto, egli da persona matura riesuma la semplicità per meravigliarsi di un’esistenza che vorrà di condividere meglio con i suoi figli.

Buona visione
Mai dimenticare il fanciullo interno, perché da questo ci ricordiamo da dove siamo partiti per andare altrove. La semplicità può non essere sempre presente, ma è buona cosa tenerla con sé per condividerla con chi vorremmo di più.

Ti ricordi Peter, il mondo era nostro potevamo fare tutto oppure niente ma ogni cosa era importante perché eravamo noi a farla”.

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