La tecnologia non è né felicità né maledizione per l’uomo

Apostolos Apostolou. Scrittore e  professore di filosofia

Quasi sicuramente che tutti noi conosciamo o abbiamo almeno sentito parlare del mito di Dedalo ed Icaro, due importanti figure della mitologia greca che ancora oggi sanno darci utili insegnamenti. La mitologia greca si narra che Minosse, il re dell’isola di Creta, aveva incaricato Dedalo, un ingegnere geniale, di costruirgli la reggia protetta da un labirinto. Terminato il proprio lavoro, Dedalo volle rientrare in Grecia, assieme al proprio figlio Icaro. Secondo la mitologia greca il re Minosse invece glielo proibì, temendo che i due avrebbero potuto rivelare ad altri il segreto del percorso per penetrare nella reggia. Dedalo, semi-prigioniero e, come tale, impossibilitato a lasciare l’isola di Creta via terra o via mare, pensò di fuggire attraverso l’aria, come gli uccelli. A tale scopo realizzò delle ali posticce con penne, unite insieme con un collante fatto di cera d’api. Applicò un paio d’ali a se stesso ed un altro al proprio figlio Icaro. E gli insegnò a volare con i movimenti delle braccia e come dirigersi con sicurezza. Dedalo iniziò a raccogliere piume e costruì lentamente ali con piume da piccole a grandi, come un uccello. Li fissò insieme con lo spago e usò la cera per fissarli alla loro base. Le ali funzionarono. Dedalo avvertì Icaro di stare Il professattento: troppo vicino alle onde e la schiuma del mare avrebbe bagnato le ali e le avrebbe rese troppo pesanti. D’altra parte, troppo vicino al sole, la cera si sarebbe sciolta. Tutto andò bene fino a quando Icaro allora, dimenticandosi nella gioia del volo, volò verso l’alto. Il sole sciolse la cera sulle sue ali, ed egli cadde in mare. In ricordo di Icaro , abbiamo il nome dell’isola Icaria, appena ad ovest di Samos.

E’ fatto che i greci avvertivano le grandi potenzialità della tecnica, se ne sentivano affascinati, ma nello stesso tempo le temevano, poiché sembravano rendere superflua la presenza dell’uomo, ovvero minacciare dei rapporti sociali e politici costituiti. Icaro rappresenta, col suo volo aereo straordinariamente anticipatore, il sogno dell’ uomo che ama la tecnologia donando la propria vita per creare un nuovo modo di vivere. Forse Icaro rappresenta anche l’ateismo impulsivo, autoritario, egocentrico, il suo bisnonno, Eretteo, nonno di Dedalo, fu sepolto vivo sotto terra per il suo ateismo. La tecnologia è il potere che può superare i limiti degli Dei. Anche possiamo dire che la figura di Dedalo, in tal senso, rappresenta lo scienziato che si mette al servizio della politica e che, senza un preciso ideale da conseguire, finisce col tradire questo potere per mettersi al servizio di un altro potere, che gli offre un contratto più vantaggioso. Infatti, se avesse tradito Minosse avrebbe recuperato la cittadinanza ateniese con tutti i diritti annessi. Come scrive  Elio di Bella la tecnologia è una parte sempre più importante della nostra vita quotidiana. Ci aiuta a svolgere le nostre attività, a comunicare con gli altri e a conoscere il mondo che ci circonda. Ma siamo veramente padroni della tecnologia o è lei a dominare noi?

Il filosofo tedesco Martin Heidegger ha criticato la tecnologia dirà: “La tecnica non si identifica con l’essenza della tecnica. (…) Non possiamo quindi esperire veramente il nostro rapporto con l’essenza della tecnica finché ci limitiamo a rappresentarci la tecnicità e a praticarla, a rassegnarci ad essa o a fuggirla.”

Come scrive Shahzada Rahim “Nel suo famoso saggio “Le questioni concernenti la tecnologia” Martin Heidegger afferma che per cogliere l’essenza della tecnologia, è necessario prima stabilire un collegamento libero con essa. Secondo Martin Heidegger, il significato effettivo del termine “tecnologia” si riferisce alla modalità di rivelazione, che si compone di due parti: technie e poiesis. Considerando che, il termine technie si riferisce al lavoro dell’uomo artigiano e poiesis si riferisce al processo di portarlo avanti. Quindi, secondo Heidegger, l’umanità non comprende il vero significato della tecnologia a causa della mancanza di conoscenza della sua essenza e natura. Inoltre, sono i modelli distorti del rapporto tra umanità e tecnologia, che consente ai capitalisti di sfruttare le masse. Come ha detto Heidegger, la tecnologia moderna è un mezzo per un fine, che ha costretto l’umanità a diventare i servitori della tecnologia. A questo proposito, per spiegare la natura complessa del rapporto tra umanità e tecnologia, Martin Heidegger utilizza due concetti importanti. In primo luogo, il concetto di inquadramento, che Heidegger impiega per descrivere il rapporto tra natura e uomo. Fondamentalmente, il processo di inquadramento consente all’uomo di strutturare la natura e modellare le relazioni umane attraverso messaggi mediati per aumentare la ricchezza finanziaria. Per Heidegger, dall’emergere della tecnologia, l’umanità fu costretta a servire lo scopo capitalistico impiegando l’esatta scienza fisica. Per approfondire il concetto di inquadramento, Heidegger cita l’esempio del contadino e dell’estrazione del carbone. Per Heidegger, il contadino, che lavora la terra e se ne prende cura non la obbliga a produrre e per questo c’è un rapporto armonico tra contadino e terra… In secondo luogo, il concetto di riserva permanente, che si riferisce alle risorse che vengono accumulate per l’uso e il consumo. Quindi, dal punto di vista della tecnologia, ogni produzione è una riserva permanente, quello che dice Heidegger: “Tutto è ordinato per stare a guardare, per essere subito a portata di mano”. Per elaborare il concetto di riserva permanente, Heidegger cita l’esempio di una diga costruita sul fiume Reno, che è una riserva permanente per l’energia idroelettrica ma all’epoca rappresenta un pericolo per le aree circostanti e per il fiume stesso.”

Ciò che dobbiamo dire è che la tecnologia non è mai neutrale. Dipende ogni volta da come lo usiamo. E la domanda è: stiamo usando deliberatamente la tecnologia contro l’uomo? 

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