Don’t look up (film 2021) e l’incapacità di comunicare tra noi

La Comunicazione come codice identificativo del contesto di appartenenza … e per essere più chiari, per
parlare meno e ascoltare di più.

In copertina scene tratte dal film Netflix – Don’t Look Up

di Paolo Cavaleri
CINETICA – Aristotele riteneva che noi fossimo esseri comunicanti.
Ricordo una sua massima sul fatto che per lui fosse impossibile non fare filosofia.
E qui i più infastiditi diranno –“e certo era un filosofo” – ma forse, Aristotele era filosofo in quanto
adottasse il linguaggio della filosofia. Egli affermava:
“Per l’uomo è impossibile non filosofare, e se volesse di proposito non filosofare dovrebbe filosofare per
dimostrarlo”. L’ho sempre trovato divertente, ma allo stesso tempo guardavo con empatia a chi con fastidio non commentava questa massima … come se si sentisse costretto a non poter controbattere.
Anche se ho sempre saputo di non essere Aristotele, ho sempre cercato di capire perché qualcuno al
contrario mio, non guardi con simpatia a questa disciplina umanistica.
Come fanno le persone a non sentire loro materie come la letteratura, la storia, l’arte o la musica?
E qui, con il mio linguaggio coltivato da parole, suoni e immagini, ho pensato spesso a chi vive di numeri,
dati e formule.
Illusoriamente ci viene fatto credere che chi parla non calcoli, o chi decida non pensi, ma è mai possibile
che chi suona uno strumento non conti il battito del tempo, o chi scolpisce non stia distruggendo ma dando vita a una nuova forma?

scene tratte dal film Netflix – Don’t Look Up


Ovviamente si, ma andando più in profondo ho scoperto come la comunicazione, fra quel che dobbiamo
fare e quel che vorremmo, possa unire il dovere col desiderio.
Non è certo l’esempio che meglio rappresenta una comunicazione più riuscita, ma evidenziandone le falle
potremmo ottimizzare il risultato, perché alcune volte è guardando alla base delle nostre motivazioni che
possiamo essere liberi dalle illusioni … e molto spesso la verità non abbisogna di tante parole.


da NETFLIX

Don’t Look Up – 2021.

… è sicuro al 100% che moriremo tutti cazzo

https://www.youtube.com/watch?v=PRzoqHGOzYk


Kate Dibiasky e il Dottor Mindy fanno parte di un team di scienziati che fanno ricerche astronomiche.
La ragazza, in uno dei soliti giorni di profonda ricerca viene a scoprire un gigantesco asteroide generando
un grandissimo entusiasmo nel suo staff.
Tuttavia, osservandone la traiettoria, il professor Mindy calcola che il corpo celeste verrà a schiantarsi col
pianeta Terra. Decidono immediatamente di chiamare le autorità più competenti sul momento, arrivando
dunque a parlare con l’ufficio di coordinamento della difesa interplanetaria e, dopo un breve confronto,
converranno di andare a parlare con il Presidente degli Stati Uniti d’America.

scene tratte dal film Netflix – Don’t Look Up


Alla Casa Bianca
Recatisi a Washington, non vengono considerati al primo appuntamento e il secondo giorno confermano al Presidente Orlean la drammatica situazione:

Una cometa tra i cinque e i dieci chilometri di diametro … usando il metodo di determinazione orbitale e
l’incertezza astrometrica media …

In una esposizione presa molto alla leggera dal capo di gabinetto e dal Presidente stesso, non ricevono
l’attenzione dovuta in quanto gli interessi elettorali del governo in carica possono effettivamente passare in secondo piano, così, increduli ma determinati a mandare un messaggio per salvare l’umanità dalla
catastrofe, decidono di farsi ascoltare da altre parti.

scene tratte dal film Netflix – Don’t Look Up

Alla stampa internazionale
Davanti a giornalisti professionisti e comunicatori del mondo televisivo si apprestano dunque ad affermare in diretta nazionale la loro scoperta, e messi in scaletta dopo una delle più grandi star americana del momento, hanno una grande visibilità. Kate completamente dedita al suo scienziato interiore dichiara:
-“Scusate non siamo stati abbastanza chiari, stiamo cercando di dirvi che l’intero pianeta sta per essere
disintegrato
”-.
Lascia lo studio in diretta e constatando lo share con gli esperti pubblicitari e del web, i due scienziati si
accorgono di non essere stati minimamente creduti … anzi, via internet sono ideate da subito delle vignette satiriche con la faccia di Kate.
In sei mesi la vita sulla terra finirà e due scienziati con le prove della fine dei tempi non è presa in
considerazione perché il mainstream preferisce ogni tipo di gossip sul sesso, e la vita privata dei VIP dalle
insolite curiosità.


Cambio di passo?
Prima di quanto pensassero saranno coinvolti dagli stessi che all’inizio li hanno derisi: presi dall’FBI e portati alla Casa Bianca, ricevono le ufficiali, ma riservatissime, scuse presidenziali.
Gli scienziati dai più prestigiosi istituti, collegati all’ambiente politico americano, mettono in allarme il
potere che prepara una comunicazione nazionale in autonomia dagli organi di stampa comunicando al
mondo la missione che salverà il pianeta dall’estinzione di massa.
Kate e il Dottor Mindy sollevati e anche onorati, si apprestano ad entrare nella storia dell’umanità, ma non
tutto sembra andare come previsto.

scene tratte dal film Netflix – Don’t Look Up


Guarda Osserva Comprendi
Don’t look up è un film del 2021 con un cast rappresentativo dello star system hollywodiano:
Leonardo Di Caprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Cate Blanchett, Jonah Hill, Ariana Grande e Timothée
Chalamet.
Non di facile identificazione del genere di appartenenza cinematografica, si affaccia al genere catastrofista dove l’imminente problema viene ricoperto da un colore di commedia satirica e leggerezza comunicativa tipica dei nostri tempi.
Per la regia di Adam McKay, il film mostra come la comunicazione sia in ogni momento delle nostre vite.
La nostra società può avere, ed ha, delle legittime figure di riferimento come scienziati, giornalisti,
presentatori televisivi, attori, padri di famiglia, militari e politici. Il problema nasce quando l’utilità di una
parola, un gesto, manifestati nel logos, cioè della capacità di formare un ragionamento logico, non hanno
riscontro perché ognuno vuole esclusivamente comunicare senza fare altro.
Sembra che il problema dei nostri giorni sia che comunichiamo per mostrarci, non per interagire e risolvere problemi o semplificarci la vita.
Comunichiamo per parlare dei problemi, per amplificarne la visibilità come sociopatici malati di
protagonismo.
Comunicare non è utile se l’altra persona, gruppo o contesto non vuole recepire.
Quello che manca non è il messaggio in questo film. Ve ne sono molti. Quello che si denuncia è la mancanza di interazione fra gli esseri umani.


-“Non riusciamo neanche a comunicare tra di noi … cosa abbiamo fatto a noi stessi, come si risolve”-
C’è un curioso personaggio nel film, che anche se si vede poco è uno dei più incisivi ai fini della storia, dove in un frangente trapela la sua mania di protagonismo che collima con una costante mancanza di amore per il prossimo nella sua vita.
Egli è il potere, inteso come controllo.
Egli controlla chi è ricattabile, concedendo ai politici fama e visibilità.
E questi crogiolandosi in una sorta di “sovrabbondanza del nulla” , sondaggi, pubblicità, altisonanti toni e
prospettive infondate, si distaccano dalla realtà.
Infine gli scienziati, quelli che studiano e provano la realtà vanno in contrasto con le persone che credono
alle menzogne del mainstream.
Affermando chiaramente che il focus da sciogliere sta negli interessi personali dei personaggi, comprendiamo come ognuno di loro abbia una propria comunicazione:
Questo posto è lo show del surreale– questo quello che la scienziata Kate bisbiglia al collega dopo aver comunicato i dati della catastrofe globale al Presidente degli Stati Uniti d’America.
E ancora – Deve solo esporre i fatti, rimanga sul semplice … niente formule – dice l’esperto che consiglia al Dottore come comunicare meglio.
Per contro egli risponde – Tutto è una formula– .
Il problema è il registro comunicativo:
Fin quando uno scienziato vero non interagirà con un politico che in quel momento ha quel potere
decisionale per risolvere la questione, e questo non tenderà di comprendere le questioni assumendo il
punto di vista di chi ha davanti, non andremo da nessuna parte.

scene tratte dal film Netflix – Don’t Look Up

Vale per tutti, se la comunicazione è la nostra carta d’identità intellettuale di appartenenza a un contesto
sociale, politico o amministrativo, l’interazione la renderà efficace:
quando sapremo sostituire al controllo un sano rispetto delle identità, alla paura dell’altro la curiosità sul
suo agire, e agli interessi personali altre possibilità risolutive, allora la comunicazione potrà aprire porte a
noi mai viste.


Buona visione
La nostra realtà viene trasfigurata da molti strumenti: tv, social, propaganda giornalistica (derivata dal
gruppo editoriale colluso con evidenti gruppi finanziari) e trasmissioni inutili.
Il professor Mindy rappresenta perfettamente quel tipo di idealista che in preda alle sue emozioni umane,
applicando discernimento e logica, e interfacciandosi col potere, non comprende la natura delle realtà
distorte nel mondo dei sondaggi televisivi
-“Che c’è di criminale nel raccontare alle persone cosa abbiamo visto se diciamo la verità ?”-
Semplice … il problema per chi della comunicazione ne usa solo la forma, non bada, e in questo caso non
vuole ricavarne la sostanza.
Suggerirei per cominciare a capire il tipo di realtà che ci propinano ogni giorno, di capire le motivazioni di
molti comunicatori e forse arriveremmo al perché dello sfogo dello scienziato davanti ai profani …
dell’intellettuale davanti agli stupidi:
-“ Devo dire una cosa … per favore non deve sembrare tutto sempre così maledettamente brillante o
spensierato o piacevole, in certi momenti è necessario dirci semplicemente delle cose, dobbiamo
ascoltare delle cose
”- .

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