“Lisetta Carmi. Suonare Forte” Villa Bardini – Firenze

©Rubrica a cura di Elisa Heusch

QUARTO OCCHIO – Per questo mese di luglio mi voglio dedicare ad una prestigiosa mostra fotografica che ho visitato con enorme piacere due settimane fa, nella splendida cornice di Villa Bardini: “Lisetta Carmi. Suonare forte

Fondazione CR Firenze e Intesa Sanpaolo hanno firmato un accordo triennale per portare, negli spazi di Villa Bardini, i progetti espositivi di “La Grande Fotografia Italiana”, un programma promosso dalle Gallerie d’Italia e curato dall’editore e fotografo Roberto Koch.

Questa collaborazione da’ il via ad un lungo percorso pluriennale intorno alla grande fotografia italiana, che valorizza l’importanza della fotografia, e fa si che Villa Bardini inizi a diventare un polo fotografico nazionale insieme a quello della città di Torino.

Le tre mostre in calendario, inaugurate alle Gallerie d’Italia – Torino, in Piazza San Carlo, che insieme alle sedi di Milano, Napoli e Vicenza costituiscono il polo museale di Intesa Sanpaolo, hanno dunque un nuovo allestimento a Firenze.

La prima mostra arrivata a Firenze, dal 3 maggio 2023, è la mostra monografica dedicata a Lisetta Carmi, a cura di Giovanni Battista Martini, curatore dell’Archivio della fotografa.

Nata a Genova nel 1924, scomparsa nel luglio 2022 alla veneranda età di 98 anni, la fotografa ha legato la sua ricerca visiva alla poeticità del reale, indagato attraverso uno sguardo acuto e sincero, profondo e sempre sensibile.

Colpita dalle persecuzioni razziali all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, ha mosso i primi passi come musicista, riscuotendo successi di critica e pubblico.

La svolta avvenne nel 1960, con il suo avvicinamento alla fotografia. Durante un viaggio in Puglia con l’amico musicologo Leo Levi, Lisetta acquistò la sua prima macchina fotografica, una Agfa Silette con nove rullini, per riprendere l’esperienza. Da quel momento in poi iniziò una «Seconda vita», come la definiva lei stessa, legata a doppio filo all’immagine, che l’ha portata ad indagare il mondo e la condizione umana, cercando allo stesso tempo risposte su sé stessa e lenire la propria angoscia esistenziale.

Iconici sono ormai i suoi servizi fotografici dedicati ai luoghi di Genova, come quello riguardante il porto, presente in mostra, ma anche alla metropolitana di Parigi (1965) e alle azioni di protesta dei Provos, nei Paesi Bassi, oltre che i ritratti scattati nel 1966 ad Ezra Pound.

La Carmi riguardo all’incontro con Pound ha raccontato: “L’incontro è durato pochi minuti, Pound non ha detto una parola, ci siamo soltanto guardati: abbiamo incontrato l’ombra di un poeta.

Con le dodici fotografie selezionate dalla ventina di inquadrature scattate nei pochi attimi dell’incontro con Ezra Pound a Sant’Ambrogio di Zoagli, Lisetta Carmi vinse il prestigioso “Premio Niépce per l’Italia”. Umberto Eco, membro della giuria, commentò: “Questa sequenza di Lisetta Carmi dice di Ezra Pound più di tutti gli articoli scritti su di lui, la sua complessità e natura straordinaria.”

La Carmi ha così descritto l’incontro: “(…) Esce sulla porta, fissa su di noi il suo sguardo, uno sguardo indefinibile che va oltre le nostre persone e guarda l’infinito: Pound è lontano da noi come se noi non esistessimo, eppure a tratti sembriamo fargli paura. Io lo fotografo ma mi sembra un’apparizione, sembra un essere che vive in un mondo chiuso, dove noi non possiamo entrare, io ho quasi paura che a un tratto si scateni la forza che è in lui, la forza terribile e la disperazione perduta che brillano nel suo sguardo…”

In esposizione, oltre a un contributo video di Alice Rohrwacher, sono esposte in totale 180 fotografie, scattate appunto tra gli anni Sessanta e Settanta, incluse alcune tra le opere più salienti del suo lavoro, come lo straordinario reportage “I travestiti”, che ha portato avanti dal 1965 al 1971, unico nel suo genere e diventato poi anche un libro di culto, con il quale ella cercava di rivendicare il diritto di ogni individuo a poter determinare la propria identità di genere.

Le sue parole in proposito sono state: “Il lavoro con i travestiti è stata la storia di una relazione profonda tra me e loro. Vivevo nello stesso quartiere a Genova e il Capodanno del 1965 ho cominciato a fotografarli.

Poi ho regalato a ciascuno di loro 3 fotografie ed è così cominciato un rapporto di amicizia che è durato 6 anni.”

Sono nove le sezioni presenti in mostra, fra cui quella dedicata al tema del lavoro.

Come detto ci sono le immagini delle drammatiche condizioni dei lavoratori nel Porto di Genova, sua città natale, gli operai dedicati allo scarico dei fosfati dalle stive, immersi nella polvere bianca, le fabbriche con le lavorazioni più spettacolari e pericolose come la colata dell’acciaio all’Italsider, e le giovani operaie nel sugherificio di Calangianus in Sardegna.

Inoltre, la prima vita di pianista di Lisetta Carmi entra meravigliosamente in dialogo con la fotografia nel lavoro dedicato al Quaderno musicale di Annalibera, del compositore fiorentino Luigi Dallapiccola.
Con questo lavoro foto-grafico del 1962 la Carmi unisce con straordinaria inventiva musica e fotografia.

Gli undici fotogrammi astratti, realizzati graffiando il negativo nero, sono l’interpretazione grafica degli undici brani scritti dal musicista per il compleanno della figlioletta e sono accompagnati da quattro ritratti del maestro. Ella ha composto un fascicolo, creando una specie di libro orizzontale, che ha rilegato a mano in poche versioni, ognuna diversa dall’altra, con alcune varianti nell’impostazione grafica e nella dimensione.


È totalmente inedita la sezione dedicata all’alluvione di Firenze del novembre 1966.

La stessa Carmi racconterà in seguito: “Arrivai in una città sconvolta. Per due giorni e una notte fotografai migliaia di libri bagnati e salvati per miracolo dai volontari, automobili capovolte, mele annegate nel fango, seggiole, bottiglie e fiaschi che galleggiavano nelle strade invase dall’acqua fangosa. Fu un’esperienza profonda: mi commosse l’umanità di tanti giovani accorsi ad aiutare una città distrutta da una tragedia naturale, l’amore e la forza di chi era ancora capace di generosità.”

Ascoltando gli spezzoni dell’intervista fatta all’autrice, che scorrono nel video, ho percepito un animo nobile e coraggioso, una personalità che non si è fatta intimidire dai pregiudizi dell’epoca, soprattutto alla luce del fatto che alcuni ambienti o atteggiamenti erano quasi preclusi al genere femminile.

Mi ha commosso la sua voglia di dare voce ai più umili o emarginati, raccontando nell’intimità aspetti scomodi che venivano di solito messi a tacere dalla società dell’epoca.

Un peccato non averla conosciuta di persona, ma anche un’immensa gratitudine per il bagaglio fotografico e culturale che sta lasciando alle nostre generazioni e a quelle che verranno.

La straordinaria mostra rimarrà visitabile fino all’8 ottobre 2023, con apertura dal martedì alla domenica (giorno di chiusura il lunedì) con orario 10.00-21.00 (ultimo ingresso ore 20.00)

Per tutti i possessori del biglietto della mostra è prevista una riduzione per l’ingresso alle Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino, Vicenza e viceversa.

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